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L’attimo in cui ho un’idea...
è un qualcosa di non tangibile.
Penso che non ci sia una spiegazione, e quando c’è è perchè non sto più creando.
La tecnologia mi affascina.
Adoro queste nuove mani che abbiamo, queste ***, questi piedi.
Lo trovo molto interessante.
Mi piace quello che crea il genere umano, non mi piace questo tipo di paesaggio... mi piace quest’altro tipo di paesaggio
INCONTRATE RAQUEL KOGAN
Ho sempre dipinto, mi sono sempre interessate le arti.
Avevo smesso quando mi sono laureata in architettura, ho iniziato a lavorare, .
avevo un desiderio immenso di tornare a dipingere.
Così ho deciso di riniziare da zero a dipingere e incidere.
Dipingevo numeri.
Nel '99 avevo un’idea in testa
e non sapevo come farla uscire.
E nel 2001 un fondo artistico di Itaú Cultural mi ha dato l’opportunità di trasformare questa idea in un’opera d’arte digitale,
con un software, un hardware, sviluppando tutto quello a cui avevo lavorato.
C’era uno specchio d’acqua che invertiva il movimento sullo schermo
e si poteva accellerare la velocità di movimento dei numeri. .
Da quel momento in poi mi sono appassionata ai mezzi di comunicazioni digitali e non ho mai smesso di usarli nel mio lavoro.
Una volta che hai finito un lavoro, questo non ti appartiene più -appartiene al pubblico .
Con "XYZ," se entri nella stanza e non fai niente, non succede niente. .
I tre parametri del corpo umano generano una colonna sonora: .
l’altezza è il timbro,
la frequenza cardiaca è il ritmo,
e il peso è la tonalità.
Nel mio lavoro, se entri e non vuoi capire, non vedrai niente.
In “Reler," c’è stata una persona che pensava che i libri fossero...
proiezioni.
Un’altro si è avvicinato e ha bussato su un libro
“c’è nessuno?”
Sono 50 libri non marcati che contengono registrazioni di gente che legge i loro passaggi preferiti.
Quando apri un libro, si sente questa lettura dislocata di un testo non sai chi è l’autore, nè il titolo.
L’idea è di guardare il lavoro e che il lavoro ti guardi a sua volta, .
non solo tramite l’interazione, ma con la presenza fisica il lavoro si trasforma e diventa un momento unico.
Questa è una costante nel mio lavoro.
Penso al mio lavoro 24 ore al giorno
e tutto quello che penso si trasforma in qualche modo, in lavoro. .
A volte succede come con "The Look" che è stato presentato per the Creators.
Avevo questa idea da 3 anni ma non ero mai riuscita a realizzarla. .
Non solo devi avere un’idea ma devi anche avere la possibilità di eseguirla.
Non solo devi avere un’idea ma devi anche avere la possibilità di eseguirla.
"The Look" è un lavoro che non esiste.
Esiste solo nel momento in cui il visitatore guarda nello schermo.
Quando guarda nello schermo non vede altro che il lavoro,
e lo vede in tempo reale mentre viene riprodotto su una proiezione.
É il ricordo dei visitatori che passeranno nel tempo attraverso il lavoro, .
possono esserci altre cose che compaiono oltre agli occhi ma lasciamo che sia il pubblico a determinare questa interazione. .
Penso che sarà divertente quando capiscono come funziona.
Mi piace quando la gente fotografa il lavoro.
Voglio dire, vuole dire che sono stati toccati in qualche modo, no? Per volerne salvare un’immagine. .
Penso che ogni artista abbia un percorso che vuole seguire che si congiunge con altre strade, avanti e indietro,
ma io ho sempre un percorso che è il percorso delle questioni che permaneano il mio essere. .
Per me si tratta di un linguaggio, di un modo di comprendere il mondo. .
SEGUITE RAQUEL KOGAN SU: WWW.THECREATORSPROJECT.COM