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Il critico letterario Northrop Frye ha osservato una volta
che nella preistoria, i nostri eroi letterari erano -- beh, quasi degli dei,
e con l'avanzare della civilizzazione, sono scesi dal monte degli dei, per così dire,
e sono diventati più umani, più vulnerabili, meno eroici.
Dagli eroi immortali come Ercole, fin giù sulle montagne
per ritrovare eroi meno miracolosi, ma mortali come Beowulf,
i grandi leader come Re Artù,
e i grandi ma imperfetti eroi come Macbeth o Otello.
Oltre agli improbabili, ma possibili eroi come Harry Potter,
Luke Skywalker, o Hiccup,
fino a toccare il fondo e incontrare l'anti-eroe.
Contrariamente a come suona, l'anti-eroe non è il cattivo, non è l'antagonista.
L'anti-eroe è in realtà il personaggio principale di alcune opere letterarie contemporanee.
Guy Montag in "Fahrenheit 451", Winston Smith in "1984",
che involontariamente finiscono per sfidare il potere,
-- ossia, coloro che abusano del loro potere per fare il lavaggio del cervello al popolo che crede che i livelli sociali siano stati eliminati.
Idealmente, coloro che sfidano le istituzioni dovrebbero essere saggi, sicuri, coraggiosi,
fisicamente forti, con un tipo di carisma che ispira chi li segue.
Eppure, l'anti-eroe nel migliore dei casi dimostra alcuni tratti poco sviluppati,
nel peggiore dei casi è un totale incapace.
La storia dell'anti-eroe si sviluppa di solito in questo modo.
Inizialmente l'anti-eroe si adegua, accetta senza sapere il modo di vedere comune,
un tipico membro della società indottrinato e senza domande.
L'anti-eroe cerca di conformarsi, ma nello stesso tempo comincia ad obiettare,
magari trovando estranei a cui unirsi per far sentire la propria voce,
e ingenuamente, imprudentemente, condivide questi dubbi con una figura autoritaria.
L'anti-eroe sfida apertamente la società,
e cerca di combattere le bugie e le tattiche utilizzate per opprimere il popolo.
Questo passo, per l'anti-eroe, è raramente un atto di coraggio, un'opposizione saggia ed eroica.
Magari l'anti-eroe combatte e riesce a distruggere l'oppressione del governo,
con una fortuna inimmaginabile..
Magari lui o lei scappano, fuggono per continuare a lottare.
Troppo spesso, l'anti-eroe viene ucciso, o viene indottrinato
per tornare ad uniformarsi alla ***.
Nessun trionfo eroico, nessuna coraggiosa resistenza individuale contro le istituzioni impersonali del mondo moderno,
che ispirano altri a lottare, nessuna particolare furbizia né potenza di fuoco contro il massiccio esercito dell'impero dei cattivi.
I narratori dei tempi passati hanno placato le nostre paure di impotenza
dandoci Ercole e altri eroi abbastanza forti per combattere demoni e mostri
che sospettavamo infestassero le nostre notti intorno al fuoco.
E alla fine ci siamo resi conto che i mostri si trovano là fuori,
ma sono dentro di noi.
Il più grande nemico di Beowulf era la mortalità.
Quello di Otello era la gelosia.
Hiccup dubitava di se stesso.
E nei racconti dell'anti-eroe incapace, nelle storie di Guy Montag e Winston Smith,
si nascondono gli avvertimenti dei narratori contemporanei sulle paure primitive:
che non siamo abbastanza forti per sconfiggere i mostri.
Solo che questa volta, non sono i mostri che vengono scacciati intorno al fuoco,
ma gli stessi mostri che quel fuoco lo hanno acceso.